11 / 11 / 2018

Fiore all’occhiello e boutonnière: tutto quello che c’è da sapere e mie riflessioni.

Volendo spostare per un attimo il focus sullo sposo, protagonista non meno importante ed altrettanto degno di attenzione quando si parla di matrimonio, va da sé che uno dei dettagli di stile che lo caratterizzano è sicuramente il fiore all'occhiello (un solo fiore) o la boutonnière (piccola composizione floreale). Ora, è pur vero che queste ultime dovranno rappresentare l'equivalente del bouquet per una sposa, ma occhio alle proporzioni ed all'estetica!

Tempo fa, mentre bevevo il mio cappuccino seduta in un bar, mi è capitato di veder passare lo sposo di uno dei tanti matrimoni fai da te, e notavo una rosa del diametro di circa 12 centimetri, per giunta spampanata e storta, circondata da una discreta quantità di gypsophila, pendolare non troppo timidamente dal bavero della sua giacca con una magnifica pochette nel taschino che faceva da sfondo.

Tenendo conto che appartengo alla scuola di pensiero "less is more" e che il mio senso estetico è oltremodo spiccato, è abbastanza ovvio immaginare la mia considerazione in merito, ma al di là di questa minuzia di poco conto, terrei ad aprire una parentesi dicendo che anche in questa occasione ho riscontrato l'ennesima prova della sconfinata improvvisazione e superficialità che c'è in giro, nello specifico il non rendersi conto da parte del fornitore in questione, del livello qualitativo del suo operato, forse dettato da "tanto chi se ne accorge" o nella peggiore delle ipotesi "così è davvero perfetto" che sarebbe ancor più grave in quanto ammissione di incompetenza.

Partendo dal presupposto che la coppia e le persone che la circondano il più delle volte non hanno i parametri per valutare in maniera analitica la qualità di un servizio e dunque è per loro normale commettere l'errore di affidarsi al fornitore di turno, trovo ingiusto e poco professionale approfittare dell'altrui debolezza, perché ci sarà sempre una persona attenta che noterà certe stonature attribuendone erroneamente la responsabilità agli sposi. Questo è uno dei mille motivi per cui il servizio consulenziale di un wedding planner diventa una tutela indispensabile. Chiusa parentesi.

Per tornare al tema, l'elegante consuetudine di aggiungere questa nota floreale sulla giacca risale ai tempi della Regina Vittoria ed il Principe Alberto e simboleggia l'appartenenza oltre ad essere un segno distintivo di classe ed eleganza, e proprio per questo le dimensioni eccessive e l'utilizzo di fiori finti sono assolutamente vietati.

I fiori da privilegiare saranno gli stessi o parte di quelli scelti dalla sposa per il bouquet. Per il fiore all'occhiello tradizionale ci si orienterà sulle classiche gardenie (le mie preferite), rose, calle, orchidee. Relativamente alla boutonnière si potrà optare per mughetti, fresie, gelsomini.

Che sia un fiore o una boutonnière, per entrambi vale la regola del posizionamento sulla parte più larga del revers sinistro della giacca, utilizzando una spilla o una calamita in base al tessuto dell'abito, evitando accuratamente di aggiungere la pochette nel taschino che potrà essere utilizzata semmai durante il ricevimento in sostituzione dei fiori che nel frattempo avranno perso vitalità.

Il galateo stabilisce che qualora lo sposo decida di indossare il fiore all'occhiello o la boutonnière, il padre della sposa, il padre dello sposo, i testimoni ed i fratelli degli sposi debbano fare altrettanto, a patto che differisca per forma e per colore.

Vi confesso di aver ignorato questa regola in diverse occasioni, facendo indossare la bouttonière anche al nonno della sposa ed ai figli maschi di una coppia di sposi in seconde nozze e sinceramente non mi è parsa una forzatura. Anche loro avevano un ruolo di rilevanza no?

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